Problemi di ordine pubblico: la diatriba tra Taxi e NCC

I decreti attuativi della Legge 12/2019, promossi dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, stanno generando crescenti tensioni tra gli operatori del trasporto pubblico non di linea: Taxi e NCC. Le disparità di trattamento previste nella normativa, esistenti anche prima dei decreti con particolare riferimento al diverso regime sanzionatorio del Codice della Strada che prevede per gli NCC il ritiro della carta di circolazione per infrazioni anche lievi, sono aumentate con i nuovi decreti. Questo disequilibrio è stato esacerbato dalle nuove disposizioni normative dei decreti, che creano un contesto di concorrenza sleale, dove gli NCC si trovano a fronteggiare adempimenti burocratici complessi e impraticabili, non richiesti per i Taxi.

Tale disparità ha portato a una crescente frustrazione e ha alimentato tensioni che minano la sicurezza e la tranquillità di molte città italiane. Spesso, infatti, gli operatori di una categoria si arrogano il diritto di controllare l’altra, con la pretesa di sostituirsi agli organi competenti. Questo conflitto ha generato violenze verbali e fisiche tra i conducenti, ma anche manifestazioni pubbliche, scioperi e aggressioni.

Le tensioni tra Taxi e NCC sono esplose in numerose città italiane, dove la convivenza tra i due settori si è rivelata difficile.

A Milano si sono registrati scontri tra autisti in prossimità della Stazione Centrale. Secondo fonti locali, un gruppo di tassisti ha affrontato alcuni conducenti NCC accusati di prelevare passeggeri senza rispettare le norme. La situazione è rapidamente degenerata in un confronto fisico, con urla, spintoni e qualche colpo sferrato. La polizia è dovuta intervenire per sedare gli animi, mentre alcuni NCC hanno denunciato intimidazioni e danni ai loro veicoli. Sempre a Milano, in Piazza del Duomo, si sono verificati altri scontri nati dalle accuse di abusivismo mosse dai tassisti, che lamentano la concorrenza dei veicoli non autorizzati. In più di un’occasione i tassisti si sono radunati di notte, bloccando la strada con i loro veicoli. Le proteste, organizzate tramite chat private, hanno causato disagi anche ai residenti della zona. Quando alcuni veicoli Ncc provenienti da altre città sono arrivati, alcuni conducenti sono stati intrappolati nel blocco sino all’arrivo della polizia. A seguito di tali episodi i rappresentanti degli Ncc hanno annunciato denunce per violenza privata.

A Roma il clima è incandescente da molti anni, basti ricordare il gravissimo episodio del 2023, registrato dalle telecamere di videosorveglianza dell’aeroporto di Fiumicino, dove un tassista sparò con piombini su un minibus Ncc, infrangendo un cristallo del veicolo.
A seguito delle nuove disposizioni normative, particolarmente invasive per gli NCC, il clima è peggiorato ulteriormente. Nei giorni scorsi, si sono verificati momenti di forte tensione nei pressi della stazione Termini e dell’aeroporto di Fiumicino, dove tassisti e NCC si sono affrontati verbalmente e fisicamente. Alcuni conducenti di Taxi hanno bloccato l’accesso a determinate aree strategiche, impedendo agli NCC di prelevare i clienti. La situazione è degenerata quando un gruppo di autisti NCC ha reagito. Diverse pattuglie delle forze dell’ordine sono dovute intervenire per ristabilire l’ordine, mentre le associazioni di categoria hanno denunciato la mancanza di regole chiare e un clima di continua tensione.

Un’altra città dove le tensioni tra tassisti e NCC sono storicamente molto accese è Napoli. Nei giorni scorsi, le due categorie hanno convenuto sulla necessità di combattere l’uso improprio dei veicoli, con l’obiettivo di ridurre le tensioni e garantire una convivenza pacifica. Taxi e NCC hanno convenuto sulla necessità di porre rimedio al problema dell’utilizzo non autorizzato delle auto di cortesia. Tuttavia, molte associazioni NCC hanno espresso scetticismo, sottolineando che senza modifiche ai decreti governativi, la situazione resterà critica.

La violenza tra i conducenti non solo mette a rischio la loro incolumità, ma crea un clima di insicurezza nelle grandi città, aumentando il rischio di disordini. La percezione di una città “fuori controllo” diventa così un problema di ordine pubblico. La violenza, sia verbale che fisica, non è solo il riflesso della frustrazione degli operatori, ma anche il segnale di una regolamentazione inefficace e ingiusta, incapace di rispondere alle esigenze di un mercato in continua evoluzione.

L’introduzione di nuove tecnologie e l’ascesa delle piattaforme di intermediazione hanno aggravato ulteriormente la spaccatura tra i due settori, evidenziando la necessità di riforme. Per evitare che le tensioni tra Taxi e NCC degenerino in disordini più gravi, è fondamentale che il legislatore intervenga, aggiornando una legge ormai obsoleta e inadeguata al contesto attuale. È necessario adottare un regime equilibrato che consenta ai due settori di operare serenamente, nel rispetto della normativa e con regole chiare, evitando disparità nel trattamento sanzionatorio e fiscale.

La creazione di tavoli di lavoro tra amministrazioni locali, associazioni di categoria e forze dell’ordine potrebbe contribuire a trovare soluzioni condivise, prevenendo che la questione del trasporto pubblico non di linea diventi un problema di ordine pubblico.

Piattaforme di Carpooling: Normative, Rischi e Sanzioni per i Conducenti

Il carpooling, o condivisione dell’auto, è una pratica che ha preso piede negli ultimi anni, con l’intento di incentivare un trasporto più sostenibile e ridurre le spese legate ai viaggi in auto. Tuttavia, nonostante i suoi benefici, il carpooling è soggetto a normative specifiche, in particolare quando il trasporto avviene a pagamento. La legge italiana, infatti, stabilisce dei limiti ben precisi sul trasporto di passeggeri e chi non rispetta la normativa rischia pesanti sanzioni.

In Italia, l’articolo 82 del Codice della Strada stabilisce che è vietato dare un passaggio a pagamento su un auto immatricolata a uso proprio. Per coloro che effettuano trasporto di passeggeri, dietro compenso, con auto immatricolate per uso privato è prevista una sanzione amministrativa che può variare da 87 a 344 euro, alla quale si aggiunge la sospensione della carta di circolazione da uno a sei mesi.

Questa regolamentazione è chiara: il trasporto di passeggeri per scopi commerciali non può avvenire con veicoli immatricolati per uso privato e il carpooling, sebbene possa sembrare una forma di condivisione non commerciale, rischia di violare la normativa italiana.

Esiste una differenza ben precisa tra carpooling e trasporto commerciale. Nel carpooling, l’intento dovrebbe essere quello di NON fare profitto, ma di condividere esclusivamente i costi di un viaggio, come il carburante e i pedaggi. Tuttavia, se il conducente comincia a chiedere un compenso maggiore rispetto a un semplice rimborso per le spese sostenute, o se l’attività di carpooling diventa sistematica e continuativa, può essere considerato come un vero e proprio trasporto commerciale abusivo, e quindi soggetto alle sanzioni previste dal Codice della Strada.

Per svolgere il trasporto così detto commerciale la normativa italiana impone che l’auto utilizzata debba essere immatricolata a uso di terzi, per il trasporto di persone, con licenza taxi o autorizzazione per noleggio con conducente, e che il conducente debba essere in possesso di una patente professionale e abbia l’iscrizione al ruolo conducenti della Camera di Commercio di competenza. In assenza di queste condizioni, il trasporto commerciale di persone diventa esercizio abusivo.

Le piattaforme di carpooling, nate con l’intento di permettere ai conducenti di condividere il loro viaggio con altre persone, riducendo così le spese e contribuendo alla sostenibilità ambientale, purtroppo possono involontariamente favorire l’abusivismo. Il motivo risiede nel fatto che non esistono organi di controllo in grado di verificare le attività dei conducenti che utilizzano queste piattaforme. Sebbene i servizi digitali incoraggino un contributo spese tra i passeggeri e i conducenti, è difficile garantire che non ci sia un guadagno aggiuntivo per il conducente, o che il carpooling non venga usato come una vera e propria attività commerciale.

Inoltre, spesso i conducenti non sono pienamente consapevoli delle normative che regolano il trasporto di passeggeri. Se non c’è una chiara separazione tra il semplice rimborso delle spese e il guadagno, i conducenti sono passibili di sanzioni per aver effettuato un trasporto illecito.

Come già detto, la legge prevede che l’auto immatricolata come veicolo privato non possa essere utilizzata per scopi commerciali, ed è proprio questo il principale motivo per cui il carpooling a pagamento può essere considerato una violazione della normativa.

Per il vero carpooling, il denaro ricevuto dal conducente dovrebbe coprire esclusivamente i costi diretti del viaggio, come carburante, pedaggi e parcheggi, senza alcun guadagno aggiuntivo, restando un’attività occasionale senza trasformarsi in una fonte di reddito per il conducente.

Le piattaforme di carpooling dovrebbero quindi incrementare e affinare i controlli per prevenire situazioni di abusivismo, ed evitare le violazioni della normativa.

È indispensabile che il carpooling non faccia concorrenza sleale al trasporto pubblico non di linea, costituito da taxi e noleggio con conducente, che operano in modo regolamentato e sono soggetti a normative specifiche, evitando di creare un mercato parallelo.

Affinché il carpooling sia tollerato dagli operatori del servizio taxi e da quelli del noleggio con conducente è quindi fondamentale che resti un’alternativa complementare e non un competitore diretto, contribuendo così a un sistema di mobilità più equilibrato e sostenibile.

Nuovo STOP del Tar ai decreti Salvini

Il Tar del Lazio è intervenuto nuovamente per sospendere alcune delle disposizioni introdotte dal Ministero dei Trasporti lo scorso anno riguardanti i servizi di Noleggio Con Conducente (NCC). Nell’ordinanza, pubblicata il 27 gennaio, i giudici hanno condannato i Ministeri delle Infrastrutture e dell’Interno al pagamento di 2.000 euro di spese legali a favore di diverse associazioni del settore NCC tra cui la Federazione Imprese Noleggio Con Conducente (FINCC). L’udienza pubblica per la trattazione del merito è stata fissata al 4 giugno 2025.

La STOP arriva con una nuova pronuncia del Tar Lazio, che ha deciso di intervenire ulteriormente sul decreto interministeriale n. 226/2024, ritenuto troppo restrittivo. L’ordinanza 241/2025, depositata il 16 gennaio 2025, si aggiunge alla sospensione già disposta a dicembre 2024 per la parte del decreto che imponeva la pausa di 20 minuti tra un servizio e l’altro. I giudici amministrativi hanno deciso di sospendere l’intero provvedimento, concentrandosi in particolare sulle modalità di iscrizione al foglio di servizio elettronico (Fdse) e sul collegamento obbligatorio tra i servizi di NCC e altre disposizioni, comprese quelle contenute nella circolare applicativa, fissando la discussione nel merito al 4 giugno 2025.

Secondo il Tar, alcuni vincoli e limitazioni introdotti dal decreto non sono “ragionevoli e proporzionati” rispetto agli obiettivi di contrastare l’abusivismo e migliorare la tracciabilità dei servizi NCC. Tra le principali criticità, il decreto stabilisce che gli operatori NCC non possano stipulare contratti di trasporto con committenti che esercitano attività di intermediazione tra domanda e offerta di servizi di Noleggio Con Conducente, come agenzie di viaggio, alberghi, tour operator e piattaforme di intermediazione online. I giudici hanno ritenuto che questa previsione limitasse “ingiustificatamente l’autonomia negoziale degli operatori Ncc”, impedendo loro di ricevere prenotazioni tramite canali tecnologici rilevanti e comprimendo la loro capacità di competere sul mercato. Tale restrizione, secondo il Tar, potrebbe inoltre danneggiare gli utenti finali qualora l’offerta di altri servizi risultasse insufficiente. I giudici hanno ribadito che il legislatore non ha posto divieti in tal senso, e che gli operatori NCC possono legittimamente ricevere prenotazioni tramite strumenti tecnologici, inclusi quelli utilizzati dalle piattaforme che offrono servizi di trasporto, come riconosciuto dalla Corte Costituzionale nella sentenza n. 56/2020.

Una delle disposizioni più criticate è quella che imponeva agli NCC di rispettare una pausa obbligatoria di 20 minuti tra una corsa e l’altra. Il Tar ha ritenuto che tale vincolo “compromette la libertà d’impresa degli operatori”, che, secondo la sentenza, non dovrebbe essere limitata in modo così severo, soprattutto alla luce di quanto già stabilito dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 56/2020, che aveva bocciato l’obbligo di rientrare in rimessa alla fine di ogni servizio.

Bocciata anche la previsione secondo cui la partenza per un servizio NCC deve coincidere con l’arrivo del servizio precedente, connessa all’obbligo di pausa di 20 minuti tra i vari servizi. I giudici hanno ritenuto che imporre un collegamento tra i servizi di NCC erogati dallo stesso operatore “si risolve nella surrettizia e indebita reintroduzione dell’obbligo di rientrare in rimessa al termine di ogni servizio”, già dichiarato illegittimo dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 56/2020. Contrariamente a quanto previsto nel decreto, la legge non vieta agli operatori di NCC di effettuare un servizio susseguente a uno precedentemente reso senza rientrare in rimessa, qualora prima dell’effettivo rientro ricevano una prenotazione tramite strumenti tecnologici. In questo caso, le esigenze di contrasto all’abusivismo sottese all’introduzione del foglio di servizio elettronico possono essere comunque rispettate.

Questa decisione, insieme alle precedenti sospensioni, segna un altro passo indietro per i decreti Salvini, che avevano suscitato preoccupazioni tra gli operatori NCC per l’eccessiva regolamentazione e burocratizzazione imposta. Per il Ministro Matteo Salvini, si tratta dell’ennesimo giudizio negativo riguardo alla riforma del settore. La discussione del merito e l’esito finale del contenzioso saranno definiti nella prossima udienza pubblica del 4 giugno 2025.

Contro le disposizioni dei decreti Salvini sono stati presentati dieci ricorsi, con il Tar del Lazio che, in ogni occasione, si è schierato a favore dei ricorrenti, evidenziando le numerose e gravi criticità del nuovo impianto normativo.

Si resta perplessi di fronte alla dichiarazione del Ministero che afferma: “Il Ministero continuerà l’interlocuzione e il confronto con le categorie, ribadendo l’impegno a combattere l’abusivismo di settore e a garantire livelli di servizio di qualità ai cittadini”, quando è evidente che le disposizioni finora introdotte con i decreti, che peggiorano la Legge 12/2019, non sono affatto misure efficaci contro l’abusivismo. Gli incontri organizzati fino ad ora sono stati unilaterali, poiché il Ministero ha ignorato le obiezioni degli NCC, senza nemmeno riuscire a rispondere alle domande tecniche delle associazioni riguardo alle numerose problematiche operative.

Il TAR del Lazio mette in discussione i decreti Salvini: una svolta per i diritti fondamentali degli NCC

Il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio si è espresso, tramite due ordinanze, sui ricorsi presentati dagli NCC contro i decreti attuativi della legge 12/2019.

L’ordinanza n. 241/2025 riguarda il ricorso proposto dall’Associazione Imprenditori Mobilità Sostenibile (AIMS) e da Antonio Toti, rappresentante della C.RO.NO. Service Soc. Coop., contro il Decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti n. 226 del 16 ottobre 2024, che stabilisce le modalità per la gestione del foglio di servizio elettronico nel servizio di Noleggio Con Conducente (NCC). I ricorrenti hanno contestato diverse disposizioni del decreto, chiedendo la sospensione cautelare del provvedimento.
Il TAR ha ritenuto che il ricorso presentasse motivi validi, in particolare per quanto riguarda alcune disposizioni che limitano in modo eccessivo la libertà di azione degli operatori NCC, senza una giustificazione adeguata. In particolare, il Tribunale ha messo in dubbio alcune restrizioni introdotte dal decreto, come la limitazione alla stipulazione di contratti con intermediari, l’imposizione di un tempo minimo di venti minuti tra la prenotazione e l’inizio del servizio, e la necessità di una coincidenza tra partenza e arrivo dei servizi consecutivi, che sembrano non essere conformi alla normativa primaria.
Il Tribunale ha anche sollevato dubbi sulla previsione che limita l’uso delle credenziali di accesso a un unico dispositivo, ritenendo che tale restrizione possa ostacolare l’attività degli operatori e creare disagi in caso di malfunzionamento del dispositivo.
D’altra parte, il TAR ha respinto la richiesta di sospensione riguardo a questioni relative alla protezione dei dati personali, poiché i ricorrenti non avevano legittimazione diretta per sollevare tale questione. Analogamente, sono state respinte le contestazioni sulla presunta violazione di norme dell’Unione Europea, in quanto il tema riguarda un ambito nazionale.
Il Tribunale ha deciso di sospendere l’efficacia di alcune disposizioni del decreto impugnato, in attesa della trattazione di merito, fissata per il 4 giugno 2025. Inoltre, ha imposto alle Amministrazioni resistenti, ossia il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e il Ministero dell’Interno, di pagare le spese legali, pari a 2.000 euro, in favore dei ricorrenti.

L’ordinanza n. 253/2025 riguarda il ricorso presentato da numerose associazioni e imprese operanti nel settore del Noleggio Con Conducente (NCC) contro il decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, in concerto con il Ministero dell’Interno, che stabilisce le modalità per la gestione del “foglio di servizio elettronico”. Il ricorso si concentra sulla presunta illegittimità di alcune disposizioni del decreto interministeriale n. 226/2024, che introduce restrizioni operative per gli operatori NCC. Le associazioni ricorrenti contestano in particolare alcune limitazioni che, a loro avviso, non sono giustificate da esigenze tecniche e risultano dannose per la libertà d’impresa.
Il TAR ha accolto la richiesta di sospensione cautelare, ritenendo che le disposizioni impugnate potrebbero violare la normativa di riferimento, in particolare la legge 15 gennaio 1992, n. 21, che regola il settore NCC. Il decreto impugnato stabilisce alcuni vincoli che sembrano andare oltre la semplice regolazione delle modalità di compilazione del foglio di servizio elettronico, interferendo con l’organizzazione dell’attività di NCC.
In particolare, vengono contestate la previsione dell’articolo 4, comma 3, lett. a), che impone la registrazione della prenotazione come bozza di servizio 20 minuti prima dell’inizio del servizio, limitando la libertà degli operatori NCC di erogare il servizio in tempi più rapidi. Inoltre, viene criticata la disposizione dell’articolo 4, comma 3, lett. b), che obbliga la coincidenza della partenza di un nuovo servizio con l’arrivo del precedente, creando di fatto un vincolo che è stato dichiarato illegittimo dalla Corte Costituzionale nel 2020. Viene contestato anche l’articolo 5, comma 3, che vieta di generare contemporaneamente più fogli di servizio, riducendo la flessibilità operativa degli NCC. Infine, viene sollevata una preoccupazione riguardo all’articolo 3, comma 3, che limita l’attivazione delle credenziali di accesso al sistema elettronico a un solo dispositivo, il che potrebbe compromettere l’operatività degli NCC in caso di malfunzionamento.
Il Tribunale ha ritenuto che tali disposizioni, pur perseguendo obiettivi come il contrasto all’abusivismo, non siano proporzionate e potrebbero arrecare danni concreti agli operatori NCC, in particolare per quanto riguarda la concorrenza nel settore. Per questo motivo, ha deciso di sospendere l’efficacia delle disposizioni contestate, fissando l’udienza di merito per il 4 giugno 2025.
In sintesi, il TAR ha sospeso l’efficacia delle norme impugnate, ritenendo che, almeno in questa fase cautelare, le restrizioni contenute nel decreto ministeriale potrebbero risultare non giustificate e sproporzionate rispetto agli obiettivi di legge.

Scarica l’ordinanza n. 241/2025

Scarica l’ordinanza n. 253/2025

Le problematiche derivanti dai recenti decreti attuativi della Legge 12/2019 per il settore NCC

I recenti decreti attuativi della Legge 12/2019 hanno sollevato diverse preoccupazioni tra gli operatori del settore Noleggio con Conducente (NCC). Nonostante le rassicurazioni sulla depenalizzazione della sanzione accessoria prevista dall’articolo 85, comma 4 del Codice della Strada, che sarebbe dovuta entrare in vigore con la Legge per il mercato e la concorrenza del 16 dicembre 2024, la situazione è notevolmente peggiorata. I nuovi provvedimenti hanno infatti introdotto nuove sanzioni per la mancata iscrizione al Registro Elettronico NCC (RENT), inizialmente pensate come opzionali e prive di sanzioni, ma ora obbligatorie e gravose per le aziende del settore.

Un quadro normativo discriminatorio e complesso

Il trattamento riservato al settore NCC è fortemente sbilanciato rispetto a quello dei taxi, creando una palese disparità di trattamento e danneggiando la concorrenza. Mentre le aziende NCC forniscono un servizio pubblico non di linea con investimenti propri e senza sovvenzioni, sono soggette a una burocrazia eccessiva e a controlli severi che non trovano pari in nessun altro settore. Le aziende NCC sono infatti obbligate a rispettare disposizioni come l’obbligo di fatturazione elettronica, di POS, di iscrizione al RENT e di compilazione del Foglio di Servizio Elettronico (FDSE), che implica un monitoraggio dettagliato delle attività quotidiane. A questi si aggiunge il rischio di incorrere in sanzioni gravissime, come il ritiro della carta di circolazione, anche per infrazioni minori.

Le problematiche più critiche e le proposte di modifica

  1. Iscrizione al Registro Elettronico (RENT) dei dipendenti
    L’obbligo di iscrizione non solo delle aziende, ma anche dei singoli dipendenti nel RENT, rappresenta una complicazione burocratica insostenibile, soprattutto considerando la stagionalità e l’alto turnover di personale nel settore. Una proposta di modifica sensata sarebbe quella di limitare l’iscrizione al RENT esclusivamente alle aziende, riducendo così costi e complicazioni senza compromettere la tracciabilità delle attività aziendali.
  2. Compilazione del Foglio di Servizio elettronico
    L’obbligo di compilare un foglio di servizio elettronico è un altro punto critico. Questo sistema di monitoraggio in tempo reale risulta poco pratico, rischioso e potenzialmente dannoso per la sicurezza degli autisti, che sarebbero costretti a completare il foglio durante le pause tra un servizio e l’altro, senza alcuna garanzia di connessione. Inoltre, la raccolta dei dati sensibili dei passeggeri, contraria alle normative sulla privacy, potrebbe ridurre la fiducia dei clienti nel settore. Una proposta di modifica sarebbe quella di integrare il sistema direttamente nei software gestionali aziendali, che già registrano i dati relativi alle prenotazioni, consentendo un controllo più efficiente e sicuro.
  3. Il regime sanzionatorio e il ritiro della carta di circolazione
    La rigidità dell’articolo 85 comma 4 del Codice della Strada, che prevede il ritiro della carta di circolazione anche per infrazioni di lieve entità, è una minaccia concreta per la sopravvivenza delle imprese NCC. Un’eventuale chiusura dell’attività a seguito di un semplice errore potrebbe comportare danni irreparabili. La revisione del sistema sanzionatorio, con l’introduzione di sanzioni proporzionate, permetterebbe di salvaguardare l’operatività delle imprese senza penalizzare le attività non gravi.
  4. Divieto di intermediazione
    Le nuove disposizioni prevedono anche il divieto di intermediazione per agenzie di viaggio, tour operator e hotel che offrono il servizio NCC, creando una preoccupante contraddizione con il libero mercato. Se questa norma venisse applicata, rischierebbe di compromettere l’intero settore turistico, aumentando i costi e limitando le possibilità di scelta per i consumatori. Permettere agli intermediari di continuare a operare sarebbe cruciale per mantenere l’efficienza del settore turistico.
  5. Problemi pratici e logistiche quotidiane
    Alcuni esempi concreti mostrano l’impossibilità di applicare le nuove disposizioni in modo efficace. Ad esempio, un trasferimento tra una città A e un’altra B non può prevedere una partenza da una terza città C, sebbene disti solo pochi chilometri da B. La rigida applicazione delle norme, inoltre, costringe gli autisti a percorrere lunghe distanze senza possibilità di pernottamento, con evidenti rischi per la sicurezza. Inoltre, l’errore di compilazione di un solo foglio di servizio da parte di un’autista dipendente potrebbe comportare il fermo di tutta l’azienda, con gravi conseguenze per il lavoro e l’economia aziendale.

La necessità di un intervento urgente

Le criticità derivanti dai decreti attuativi della Legge 12/2019 rischiano di compromettere gravemente l’operatività e la competitività delle aziende NCC. La disparità di trattamento rispetto ai taxi, l’onere burocratico e la rigidità delle nuove disposizioni mettono in difficoltà un’intera categoria che, oltre a rispettare un regime fiscale pesante, si trova a dover affrontare difficoltà operative quotidiane.

Le proposte di modifica, come l’esclusione dei dipendenti dall’iscrizione al RENT, la semplificazione del Foglio di Servizio Elettronico e la revisione delle sanzioni, potrebbero rendere il settore più sostenibile e migliorare l’efficienza del servizio.

È fondamentale che la normativa venga rivista con urgenza, al fine di evitare danni irreparabili per le aziende, i lavoratori e l’intero settore, garantendo al contempo un sistema di controlli equo ed efficace.

Ncc: il Tar del Lazio sospende la norma sui 20 minuti di pausa tra i servizi

Il Tar del Lazio ha parzialmente sospeso l’obbligo di sosta di 20 minuti tra un servizio e l’altro per i noleggi con conducente (Ncc), accogliendo le richieste di sospensione avanzate dagli operatori. I giudici hanno rinviato la trattazione del caso alla camera di consiglio fissata per il 13 gennaio, ma nel frattempo hanno deciso di sospendere gli effetti della norma, ritenendo che potesse causare un grave danno ai titolari di attività Ncc. In particolare, la norma prevedeva che la prenotazione fosse registrata come “bozza” fino a 20 minuti prima del servizio e che la partenza dovesse coincidere con l’arrivo del servizio precedente, sempre nella stessa giornata, con alcune eccezioni per i servizi notturni.

La sospensione arriva proprio nel giorno della protesta degli operatori Ncc, che si sono mobilitati in 12 città italiane, tra cui Roma, Milano, Firenze, Cagliari e Palermo. Gli Ncc hanno organizzato manifestazioni contro la mini-riforma introdotta dai decreti Salvini, che ritengono limitare la loro attività e ostacolare l’apertura del mercato. Il punto controverso riguarda proprio la pausa obbligatoria di 20 minuti tra i servizi, che gli operatori considerano un ostacolo all’efficienza e alla flessibilità del loro lavoro.

Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture, ha risposto alle proteste sostenendo che la riforma è equilibrata e mira a tutelare i cittadini. Secondo Salvini, la protesta simultanea dei taxi e degli Ncc dimostra che la legge sta cercando di bilanciare gli interessi delle diverse categorie. Inoltre, ha ribadito che i decreti mirano a contrastare l’abusivismo nel settore del trasporto pubblico non di linea, obiettivo che il governo considera prioritario per migliorare la qualità del servizio e garantire il rispetto delle normative.

La sospensione temporanea della norma non risolve il dibattito, che proseguirà con la trattazione del caso il 13 gennaio, ma segna comunque una battuta d’arresto per la riforma. Gli operatori Ncc continuano a chiedere modifiche sostanziali alla legge, che considerano dannosa per il loro settore e per gli utenti.

Sciopero e Manifestazione degli Operatori NCC: Un Corteo di Protesta in Difesa del Settore

Il 12 dicembre 2024, una manifestazione di operatori del Noleggio con Conducente (NCC) ha scosso le strade della Sardegna, attirando l’attenzione su una situazione che minaccia la sopravvivenza di molte aziende locali e mette a rischio l’intero settore turistico. Il corteo di auto è partito dal molo Brin del porto di Olbia, percorrendo le principali vie della città, per dirigersi verso l’aeroporto di Olbia e, infine, proseguire verso Cagliari.

Gli operatori NCC provenienti da tutta l’isola si sono riuniti all’aeroporto di Cagliari, unendosi in un corteo che ha visto la partecipazione di più di 100 veicoli. La manifestazione, pacifica ma determinata, ha avuto come meta finale il Palazzo della Regione, in Viale Trento, dove i manifestanti hanno chiesto l’intervento della Regione per contrastare i decreti attuativi della legge 12/2019, che mettono a rischio l’operatività del settore, con gravi ricadute economiche e sociali sull’intera isola.

Gli operatori NCC protestano contro la stretta normativa introdotta dai decreti, che rendono sempre più difficile per le imprese continuare a operare, rischiando la chiusura e la perdita di posti di lavoro. In un’isola come la Sardegna, dove il turismo è una delle principali risorse economiche, le ripercussioni potrebbero essere drammatiche, con un minor gettito fiscale per la Regione e una riduzione dei servizi offerti, in particolare nelle piccole comunità isolate. Le difficoltà nel settore NCC, infatti, si riflettono anche su tutta la filiera turistica, causando disservizi per residenti e visitatori.

Nonostante le criticità, la protesta non è indirizzata contro la Regione Sardegna, ma piuttosto una richiesta di supporto. Gli operatori chiedono, infatti, che la Regione ricorra contro i decreti voluti dal ministro Matteo Salvini, in considerazione anche dell’autonomia che la Sardegna detiene in materia di trasporti. Un’azione legale che potrebbe aprire la strada a una revisione delle normative e a una soluzione che permetta di tutelare le piccole e medie imprese del settore, salvaguardando al contempo i servizi indispensabili per l’economia dell’isola.

La manifestazione di mercoledì 12 dicembre è solo l’ultima di una serie di iniziative messe in campo dagli operatori NCC per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni. Con il sostegno di una larga parte della comunità imprenditoriale sarda, gli operatori hanno incontrato i rappresentanti regionali per cercare una soluzione che consenta al settore di continuare a operare in modo efficace e sostenibile, senza sacrificare posti di lavoro e servizi vitali per l’isola.

In un periodo di grande incertezza economica, la protesta degli operatori NCC si inserisce in un contesto più ampio di richieste di maggiore attenzione verso le specificità e le necessità delle imprese locali, che si trovano a dover affrontare sfide sempre più difficili. La speranza è che, attraverso il dialogo e l’azione politica, si possa giungere a una soluzione che permetta al settore NCC di continuare a contribuire all’economia sarda, tutelando i diritti di chi lavora nel settore seguendo le regole e preservando l’occupazione in tutta la regione.

PROCLAMA DELLO STATO DI AGITAZIONE E SCIOPERO DELLA CATEGORIA DEL NOLEGGIO CON CONDUCENTE

12 dicembre 2024

I lavoratori e le lavoratrici del settore del Noleggio con Conducente (NCC) della Sardegna, uniti in un fronte compatto e determinato, proclamano lo stato di agitazione e sciopero generale per il prossimo 12 dicembre 2024, in segno di protesta contro le disposizioni contenute nei decreti attuativi della Legge 12 del 2019, promossi dal Ministro Salvini.

Queste nuove disposizioni, se non correttamente riviste, minacciano la sopravvivenza di migliaia di imprese che operano nel nostro settore, generando una catastrofe economica che porterà a una drammatica perdita di posti di lavoro. Non solo: la chiusura di numerose attività NCC comporterà inevitabilmente un minore gettito fiscale per la Regione Sardegna, con ricadute negative sull’economia locale e sulle casse pubbliche.

Le modifiche previste da tali decreti non solo mettono a rischio il nostro diritto a lavorare in modo dignitoso e regolare, ma anche la libertà di impresa e la sicurezza occupazionale di centinaia di famiglie sarde, che dipendono quotidianamente dal settore del noleggio con conducente per il proprio sostentamento.

In questo contesto, noi, operatori del settore, siamo costretti a lottare per difendere il nostro diritto a lavorare, senza essere ostacolati da norme che non rispondono alle reali esigenze del comparto. Le modifiche proposte non solo sono dannose per le imprese, ma sono ingiuste e non rispettano le peculiarità della nostra attività, mettendo a repentaglio il nostro futuro.

Per queste ragioni, invitiamo tutti gli NCC della Sardegna, indipendentemente dall’appartenenza o meno a associazioni di categoria, a partecipare alla manifestazione pacifica che si terrà il 12 dicembre 2024, per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni regionali e nazionali su quanto sta accadendo. Solo insieme, con forza e determinazione, possiamo far sentire la nostra voce e chiedere che le leggi vengano modificate a favore di un settore che rappresenta una parte fondamentale della mobilità e dell’economia regionale.

Chiediamo alla Regione Sardegna di sostenere la nostra battaglia e di non ignorare le gravi conseguenze che l’applicazione dei decreti attuativi avrà per il nostro settore e per l’intera economia sarda.

Il 12 dicembre 2024, uniti in sciopero e in manifestazione pacifica, faremo sentire la nostra voce per la giustizia, il lavoro e il futuro delle nostre imprese.

Sardegna, 6 dicembre 2024

Operatori del Noleggio con Conducente (NCC)
Sardegna